Oltre che per lo straordinario complesso fortificato, la citta' si fa apprezzare per il tessuto urbano, fatto di vie e di edifici sorti in periodo rinascimentale e, durante la ripresa economica del XIX secolo.
Sulla grande piazza centrale, si protende il Duomo (1431-1502), dalle imponenti forme tardo-gotiche con aggiunte rinascimentali. All'interno si possono ammirare: la Trasfigurazione di Paolo Veronese, tre tavole di Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco (XVI secolo), una grande tela votiva di notevole valore documentale riproducente la battaglia di Lepanto (1571). Le pareti sono ornate di raffinate decorazioni e di affreschi, tra i quali, notevolissimi, quello del catino absidale del Buonconsiglio, e, ai lati dell'ingresso, la Giuditta e il David, recentemente attribuiti al Giorgione.
Sempre sulla piazza, si affaccia l'elegante palazzo Valeri e l'antico Monte di Pieta'.
In via Matteotti sta il palazzo Magnavin-Foratti, in raffinato stile gotico-veneziano, che si dice sia stata la residenza di Jacopa, moglie del condottiero Erasmo da Narni detto il Gattamelata.
In via Carrarese, si trova il Municipio, opera attribuita all'architetto veronese Michele Sanmicheli (1532).
In via Scaligera vi e' la chiesa tardo-romanica di San Francesco, con attiguo monastero delle Clarisse; in via San Benedetto si affaccia la barocca omonima chiesa.
Subito fuori dell' abitato, a ridosso di porta Padova, vi e' la villa Pisani, uno dei capolavori di Palladio, che all'interno conserva statue di Alessandro Vittoria (1525-1608).
Da segnalare, in via dei Montagnana l'antico ospedale di Santa Maria e, nell'omonima via, la chiesetta di Sant'Antonio Abate, con tracce di presenza templare.
I monumenti piu' insigni, tuttavia, sono costituiti dalla cinta muraria, dalla rocca degli Alberi e dal castello di San Zeno. Le opere di fortificazione alto-medioevali, che si suppongono rafforzate nel X secolo in difesa delle scorrerie degli Ungari, erano costituite quasi esclusivamente da terrapieni, palizzate, fossati e barriere di piante spinose (rimane qualche ricordo in vecchi toponimi delle vie interne).
Montagnana viene citata come castrum in un documento del 996. Nei secoli successivi numerose testimonianze documentali attestano la sua funzione difensiva e protettiva a vantaggio dei villaggi circostanti i cui abitanti erano tenuti alla manutenzione dell'apparato difensivo (mura, bertesche, ponte) e al servizio militare nei confronti del castrum considerato ricetto comune di importanza vitale per la sicurezza di tutti.
Ezzelino da Romano il Tiranno (1194-1259), presa e incendiata Montagnana nel 1242, muni' il luogo di fortificazioni adeguate all'epoca (ziron). Il mastio del castello di San Zeno (oggi agibile fin sulla sommita') e' a lui attribuito.